sabato 12 aprile 2014

La prevenzione è davvero efficace?

Buonasera!
Ora pubblicherò il post che ieri sera mi si è cancellato, dove parlerò della prevenzione e di alcune conclusioni a cui sono giunta.
Mi scuso per gli errori di battitura presenti nei primi post, ma non li avevo ricontrollati e in questo cercherò di fare meglio :)
Allora..sono ancora una studentessa, frequento il liceo, quindi mi è capitato più volte di avere incontri con psicologi o assistenti sociali riguardanti la prevenzione di dipendenze varie. In particolare, lo scorso anno è stato trattato l'argomento disturbi alimentari. Vorrei riportarvi il modo in cui questo incontro è stato strutturato(e come molto probabilmente è in tutte le altre regioni);
-prima parte: una mezz'ora scarsa viene dedicata alla descrizione dei DCA, viene letta la definizione che si può benissimo trovare su wikipedia . Solitamente di questi 30 minuti 25 sono dedicati all'anoressia, e i restanti alla bulimia, come fosse una sottomarca inutile del problema. Ok, non è fine spiegare che la gente vomita infilandosi due dita in gola, ma non trovo giusto essere così superficiali sul problema. Ovviamente i nuovi problemi come, per esempio, il binge o l'ortoressia non vengono mai nominati. Da questo si evidenzia come il DCA per eccellenza sia l'anoressia e tutte le altre persone non siano considerate abbastanza gravi e sofferenti (vomitare è grave, porta un sacco di danni, ma non si dice quasi mai)
-seconda parte: solitamente si proietta qualche statistica sulla diffusione del problema. Si fa notare in che fascia d'età si sviluppa,il luogo in cui sono più diffuse,dimenticandosi ovviamente delle signore di una certa età, insomma si vuole far notare che questi sono problemi di adolescenti disperate che non mangiano/vomitano perchè essendo più sviluppati i dca nel mondo occidentale vogliono essere magre come le modelle. Ah, e individui di sesso maschile che stanno male? Considerati delle checche, non se ne parla neanche sotto tortura.
Terza parte: fattori di rischio e predisposizione. Già, questo era letteralmente il titolo della slide. E indovinate cosa avevano scritto? Lo stereotipo dell'anoressica che mira alla perfezione, che mira ai 10 a scuola, che ha un rapporto orrendo con la madre e tutti altri punti che si conosce bene. Insomma io ero lì, che era già tanto se in quella giornata avessi buttato giù un sorso di tè caldo e mi ritrovo davanti questi punti nei quali mi trovavo magari solo in due. Non capivo se ero più imbecille io, o la signora che dovrebbe essere stata una "professionista"
Quarta parte: immagini di ragazze affette da anoressia, dove la povera Isabelle nella campagna di Toscani(trovo molto triste come abbia strumentalizzato il corpo di quella donna per far parlare di lui) finisce sempre in mezzo, e magari qualche signorina con la testa piegata sul water.
Solitamente queste foto, almeno nella mia classe è stato così ,hanno creato disgusto generale e i soliti commenti del tipo "come si fa a ridursi così ?!" "Sono orrende!", e addirittura qualcuno non reggeva quelle immagini e si è dovuto girare verso il muro.
Quinta parte: la specialista chiede se c'è qualche domanda, le altre persone intanto dicono che non diventeranno mai così perchè quelle ragazze fanno schifo e che tutta la gente che si riduce così è una cretina, e quando cominciano ad alzarsi le mani vengono poste domande sua dieta o sull'attività fisica, magari anche sulla moda insomma ennesimo round di superficialità. Io intanto sempre più convinta di stare nel mio brodo, tenere il mio segreto, perchè con gente così era inutile parlare.
A questo segue spesso, nei giorni seguenti, la ragazza che dice di avere mangiato insalata per due settimane per dimagrire, magari anche una brava a scuola, ed ecco che è l'anoressica che tutti devono aiutare e che magicamente in due giorni sarà guarita grazie all'affetto degli amici.

Mi sembra inutile dire che una prevenzione di questo tipo risulta essere evidentemente inutile e anche abbastanza dannosa. Certo, almeno si parla del problema, ma in un modo sbagliato, e trasmettendo informazioni false. Mi chiedo: esisterebbe un metodo di prevenzione efficace? Credo, purtroppo, di no. Perchè anche se si parlasse della realtà del problema ,magari invitando qualcuno che ha sofferto di problemi alimentari non si bloccherebbe l' insorgere della malattia. È come fosse nascosta dietro l'angolo di ogni porta e scegliesse tirando a dadi da chi andare.
Spiegando com'è il problema però si potrebbero ridurre i tempi della richiesta d'aiuto. Qualcuno, potrebbe rendersi conto di cosa sta facendo, e bloccarsi prima di peggiorare la situazione. Ma per esempio io non l'avrei mai fatto e penso che altre persone non avrebbero fatto "coming out". Si potrebbero informare genitori e ragazzi dei VERI comportamenti che ha chi soffre di questa malattia, in modo che con l'osservazione esterna si possa contenere il problema. Insomma, credo che una prevenzione sia inutile, ma ci tengo a dire che l'informazione sia necessaria. Non so se sia solamente un momento di scoraggiamento per tutto ciò che sento intorno a me in questi giorni riguardo  queste malattie, ma per ora penso questo nonostante rimanga la speranza che una prevenzione possa esistere.. Ma quale? Sono patologie psichiatriche/psicologiche,  una prevenzione per la droga è utile, ma una, per esempio, per la depressione o il bipolarismo non credo possa essere efficace, ed è triste giungere a questa conclusione
Quella che chiamano prevenzione, credo si debba trasformare in informazione, fatta da chi ne sa davvero qualcosa. Voi cosa ne pensate? Sarei davvero curiosa di saperlo, questo è un pensiero che mi frulla molto per la testa ultimamente!
Buona serata a tutti!

3 commenti:

  1. Quando io facevo le scuole superiori non se ne parlava proprio, di queste problematiche... Certo, hai ragione anche te, se dobbiamo parlarne nei termini che hai descritto, allora se ne potrebbe fare tranquillamente a meno... è disinformazione e nient'altro, è solo ulteriore diffusione di falsi luoghi comuni su queste malattie.
    Io, comunque, penso questo: la prevenzione primaria è pressochè inefficace per malattie come i DCA... Questo perchè le cause che possono indurre un DCA sono millemila, e variano da persona a persona, per cui bisognerenne andare a valutare il singolo caso... ergo prevenzioni primarie "di massa" non potranno mai essere efficaci, perchè magari i fattori che hanno spinto me verso l'anoressia sono diversi da quelli che ci hanno spinto te, che sono ancora diersi da quelli che ci hanno spinto altre mille persone.
    Viceversa, come ho più volte scritto anche sul mio blog, ritengo utilissama la prevenzione secondaria dei DCA, che corrisponde alla diagnosi precoce... perchè prima il DCA viene riconosciuto, prima si interviene, maggiori sono le possibilità di miglioramento quanto più rapido, concreto e completo. Ed è su questo che, a mio parere, dovrebbe essere puntata l'educazione sanitaria delle persone... ma facendo VERA informazione, facendo parlare chi c'è passato in prima persona, non continuando a sciorniare loghi comuni del tutto fasulli...

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    1. Grazie per le tue definizioni migliori di prevenzione primaria e secondaria, e del tuo commento che è stato davvero esauriente; comunque appunto la prevenzione primaria è (purtroppo)inefficace..peró, se quando andavi alle superiori tu non se ne parlava proprio di questi problemi, mentre adesso si organizzano persino degli incontri, mi hai fatto pensare che comunque un passo avanti è stato fatto! Certo, le informazioni che si danno spesso non sono corrette, ma il mettere in luce il problema, è già un buon passo

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    2. Grazie a te per la risposta.
      Io non metto in dubbio il fatto che parlare in generale sia meglio che mentenere un tabù... però, se il parlare significa - perdona il francesismo - dire cazzate, allora il silenzio non mi sembra poi una scelta così pessima.
      Anche perchè, pensa alle conseguenze dell'incontro che vi hanno fatto: adesso tutta la tua classe penserà ai DCA in maniera stereotipada, e questi ragazzi/e andranno ad allimentare la massa di gente che pensa che basti un incontro di questo tipo per sapere la verità sui DCA, e si approccerà a chi ha un DCA con la superficialità che quest'incontro ha mostrato. Ti sembra un buon risultato?
      Meglio il silenzio, allora, così almeno un può dire: mi sono approcciato male perchè non sapevo. In questo modo, invece, la persona avrà anche la presunzione di sapere, si approccerà comunque male perchè è un sapere erroneo, ed incolperà la persona malata per non aver reagito come si sarebbe aspettato sulla base di quest'incontro fuorviante.
      Naturalmente non sto dicendo che non bisogna parlarne, assolutamente: bisogna parlarne eccome!... Però in maniera corretta: invitando nelle scuole le persone che hanno vissuto sulla propria pelle questa problematica e facendole parlare, perchè solo chi ha vissuto sa cosa significhi davvero avere un DCA, e lo può spiegare adeguatamente agli altri.
      Ti abbraccio...

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